Anna Ventrella

Come dare valore ai tuoi contenuti con le emozioni

Posted: 9 Aprile 2020 by AnnaVentrella

L’ho detto tante volte: “le emozioni contano quando si fa comunicazione”. 

Le emozioni sono potenti, soprattutto se l’intento è quello di avvicinarci al nostro potenziale pubblico. 

Tante volte, quando mi ritrovo a preparare un piano editoriale per i miei clienti, spiego loro che è molto importante essere onesti rispetto alla propria imperfezione. 

Mi spiego meglio.

Prendiamo ad esempio il mondo ecommerce. 

L’emergenza che stiamo vivendo ci ha portato a cambiare radicalmente le nostre abitudini di vita. 

Sono in tante le attività che in questo momento stanno pensando di lanciarsi nel mondo ecommerce, ma ovviamente devono fare i conti con il fatto che la competitività è alta e che i primi passi che faranno verso questa nuova sfida, saranno pieni di imprevisti difficili da affrontare. 

Ecco, in questo caso, ammettere di essere una piccola realtà, appena nata e che però è decisa a migliorare, non è una debolezza ma un punto di forza. 

E questo perché tutti quanti noi siamo molto più ben disposti ad accettare una svista o un rallentamento della consegna – per esempio -, se ci viene comunicata la verità. 

L’ho sperimentato personalmente in questi giorni. Avevo ordinato dei prodotti per la mia gatta, e da giovedì scorso ancora devono arrivare. 

Quando però ho effettuato l’ordine questa possibilità mi è stata resa nota, e mi è stata ancora ripetuta nella mail di conferma dell’acquisto.

Non mento: ovviamente il ritardo mi secca, ma sono molto più tollerante, perché mi è stata detta la verità fin da subito. 

Ciò per esempio vuol dire rendere pubblica una momentanea imperfezione del servizio, e di conseguenza anche un sentimento di dispiacere rispetto a questo problema. 

Non bisogna sottovalutare l’empatia che un cliente può creare con te e con il tuo servizio, se sai filtrare bene il tuo messaggio emozionale.

Questo che ho appena fatto è solo un esempio, attuale, di come è possibile sfruttare il potere dell’emozione in comunicazione. 

Ma spostiamoci per un attimo in ambito musicale. 

Come ho ripetuto più volte, il content marketing è qualcosa che è nato da molto prima che noi iniziassimo a etichettare un contenuto scritto o parlato, come un mezzo utile per fare marketing. 

Oggi non si fa altro che parlare di questo argomento, come se fosse una cosa nuova. In realtà non è così. 

Pensiamo ad esempio alla musica. 

Tutto il mondo della musica si basa sul potere della comunicazione dei propri pensieri e delle proprie emozioni. 

Le canzoni che vengono scritte hanno un intento ben preciso: comunicare il proprio stato d’animo rispetto a una persona, a un fatto o a un ricordo, o ancora rispetto al proprio modo di vedere la vita. 

Il loro contenuto è completamente basato sul potere dell’empatia che il cantante crea con il suo affezionato pubblico. 

Hai mai riflettuto su quanto una canzone, le sue parole nello specifico, sono in grado di cambiare la tua vita o il tuo stato d’animo in alcuni momenti?

Personalmente credo che non ci sia stato un momento della mia vita, che non sia stato accompagnato da una colonna sonora personale. 

La mia playlist personale è composta da oltre 2000 canzoni che hanno caratterizzato tutta la mia vita dai 7 anni agli attuali. 

E non è questo content marketing? 

Certo che sì. 

E come affermo sempre, c’è molto da imparare dai media in generale, dal cinema e dalla musica in particolare. 

Perché certi cantanti ci piacciono e certi no? Semplice, perché il loro modo di comunicare tramite la musica è diretto a noi, oppure no. Dipende. 

Anche quando un autore decide di scrivere un testo musicale, lo fa pensando al suo target – o pubblico se preferisci. 

E ritornando al titolo di questo breve articolo, potremmo dire che la musica è un “contenitore di contenuti emozionali”- composti ad arte – per i suoi ascoltatori. 

Ma come facciamo a portare le emozioni nei nostri contenuti?

Quanti di voi ad esempio, in questo momento, stanno iniziando a capire che devono comunicare con i loro clienti – per non perdere loro e conseguentemente il lavoro – con live, video e webinar?

Rispondo io. Moltissimi e lo so perché lo vedo e in alcuni casi faccio anche parte di questo motore. 

Coloro che hanno compreso di dover sfruttare gli strumenti a disposizione – servizi di videochiamate come zoom o hangout – per interagire con il loro pubblico sono tanti. 

E ora viene il bello. In quanti hanno capito che comunicare con il proprio target non vuol dire soltanto distribuire contenuti informativi, ma anche emozionali? 

Pochi. Se si decide di utilizzare il video per comunicare con il cliente, lo si deve fare essendo se stessi, non un’altra persona. 

Anche se il target è molto profilato, ricordiamoci che dall’altra parte abbiamo delle persone, e il più delle volte spaventate e impaurite o magari in soggezione rispetto a noi, quindi non dobbiamo per forza interagire con loro come se fossimo a scuola. 

Esprimiamo il nostro pensiero e le nostre emozioni. Impariamo a creare empatia. 

E se durante il video o la diretta live ci sono degli imprevisti, male non è perché siamo noi stessi. E dimostrare di essere in grado di saper far fronte a un imprevisto è un punto a nostro favore. 

Questo, inoltre, è un altro modo per costruire un proprio pacchetto clienti ancora più settorializzato. 

Ci dà la possibilità di scegliere i clienti con i quali ci vogliamo relazionare. 

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Vuoi imparare anche tu a sfruttare il potere delle emozioni nei contenuti?

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